La curcumina può salvare i coralli dai cambiamenti climatici
Pubblicato il: 19 Luglio 2023
Redazione AboutPharma
La curcumina, una sostanza antiossidante naturale estratta dalla curcuma, può aiutare a ridurre lo sbiancamento dei coralli, fenomeno causato principalmente dai cambiamenti climatici. La scoperta è frutto di uno studio condotto dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Acquario di Genova, recentemente pubblicato su ACS Applied Materials and Interfaces. I due partner coinvolti hanno anche sviluppato un biomateriale biodegradabile – a base di zeina, una proteina derivata dal mais – per somministrare la molecola senza provocare danni all’ambiente marino circostante.
Relazioni interrotte
Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno che, negli eventi estremi, determina la morte di questi organismi con conseguenze devastanti per le barriere coralline, fondamentali per l’economia globale, la protezione delle coste dai disastri naturali e la biodiversità marina. La maggior parte dei coralli vive in simbiosi con alghe microscopiche, indispensabili per la loro sopravvivenza e responsabili dei loro colori brillanti. A causa dei cambiamenti climatici le temperature di mari e oceani sono in aumento, condizione che interrompe il rapporto tra questi due organismi. Quando ciò accade, il corallo, ormai bianco per la perdita delle alghe, rischia letteralmente di morire di fame.
Nessuna soluzione efficace
Negli ultimi anni, a seguito dei cambiamenti climatici, questa condizione ha colpito la maggior parte delle barriere scogliere coralline più importanti del mondo, inclusa la Grande Barriera Corallina australiana. Tuttavia, a oggi non esistono interventi di mitigazione efficaci per prevenire lo sbiancamento dei coralli senza mettere in serio pericolo l’integrità di questi habitat e l’eccezionale biodiversità associata.
L’esperimento sui coralli
Nel dettaglio, nei test condotti presso l’Acquario di Genova è stata utilizzata una specie di corallo (Stylophora pistillata) tipica dell’oceano Indiano tropicale e inserita nella Lista rossa Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) tra le specie minacciate dal rischio di estinzione. I ricercatori hanno simulato le condizioni di surriscaldamento dei mari tropicali portando la temperatura dell’acqua fino a 33°C. In questa condizione tutti i coralli non trattati sono risultati colpiti dal fenomeno dello sbiancamento come succederebbe in natura. Al contrario, tutti gli esemplari trattati con la curcumina – somministrata in maniera controllata sul corallo applicando il biomateriale – non hanno mostrato segni di tale fenomeno. I risultati rendono questo metodo efficace nel ridurre la suscettibilità dei coralli allo stress termico.
I prossimi passi
Spiega Marco Contardi, primo autore dello studio e ricercatore affiliato del gruppo Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia e del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (Disat) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca: “Questa tecnologia è oggetto di una domanda di brevetto depositata. I prossimi passi della ricerca si focalizzeranno sull’applicazione in natura e su larga scala. Allo stesso tempo, esamineremo l’utilizzo di altre sostanze antiossidanti di origine naturale per bloccare il processo di sbiancamento e prevenire così la distruzione delle barriere coralline”.
Una trasformazione significativa
Per Simone Montano ricercatore del Disat e vice direttore del MaRHE Center (Marine Research and Higher Education Center) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca l’utilizzo di nuovi materiali biodegradabili e biocompatibili capaci di rilasciare sostanze naturali in grado di ridurre lo sbiancamento dei coralli è una novità assoluta. Tanto da “credere fortemente – conclude – che questo approccio innovativo rappresenterà una trasformazione significativa nello sviluppo di strategie per il recupero degli ecosistemi marini”.