10 Novembre 2024 Blog

Stefano Boeri: «La Cina fa enormi progressi nel rendere più verdi le sue città»
Un settantenne cinese riforesta in 20 anni 1160 ettari di colline sabbiose
Di Umberto Mazzantini
26 Agosto 2024  |  Territorio e smart city

Intervistato da Xinhua, l’agenzia stampa ufficiale cinese, l’architetto italiano Stefano Boeri, noto per aver progettato il Bosco Verticale di Milano, ha elogiato i recenti progressi della Cina nello sviluppo ecologico, sottolineando i suoi significativi sostenibilità.

Nell’intervista a Xinhua, rilanciata anche dal Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Comitato centrale del Partito comunista cinese,  Boeri dice che «La Cina ha compiuto progressi enormi nel rendere le sue città più verdi» , dopo aver sottolineato «La crescente necessità di spazi verdi negli ambienti urbani dominati dal cemento e dall’acciaio», ha osservato che «La Cina sta compiendo significativi progressi nel rispondere a questa esigenza. La trasformazione è evidente dal momento in cui si atterra in città come Beijing, Shenzhen o Shanghai».

Boschi verticali progettati da Boeri sono stati realizzati in diverse città, tra cui Shanghai, Nanjing, Huanggang e Shenzhen, contribuendo ulteriormente all’evoluzione del paesaggio urbano del Paese.

L’architetto italiano ha elogiato «Gli enormi sforzi della Cina nel ridurre l’inquinamento atmosferico, diminuire le emissioni di polveri e promuovere la mobilità privata attraverso l’uso di veicoli elettrici. Il significativo aumento degli spazi verdi urbani è un altro grande successo nello sviluppo sostenibile della Cina».

Boeri ha visitato la Cina per la prima volta nel 1979 e, dopo averne ricordato la cultura e la storia uniche. Ha descritto la Repubblica popolare  come «Uno degli epicentri della vita contemporanea sul pianeta. La Cina sta compiendo uno sforzo significativo e importante per raggiungere le emissioni zero di carbonio entro il 2050, in linea con uno degli obiettivi chiave delle Nazioni Unite».

Ma Xinhua e il Quotidiano del Popolo raccontano anche un’altra storia di rinverdimento della Cina lontanissima da Bosco Verticale di Boeri: quella di Hou Gui, un uomo sulla settantina, che negli ultimi 23 anni ha piantato più di 200.000 alberi su 2.400 mu (160 ettari) di terreno sabbioso, trasformando le dune di sabbia in una rigogliosa foresta

Questa metodica e caparbia impresa è stata realizzata da Hou nel villaggio di Liujia, comune di Sihecheng, contea di Zhangwu, nella provincia nord-occidentale cinese di Liaoning. Liujia sorge al margine meridionale di Horqin, che è la più grande area sabbiosa della Cina che non è classificata come deserto. Oltre 20 anni fa il  villaggio era spazzato da tempeste di sabbia e  Hou racconta che «A quei tempi, il nostro villaggio era circondato da dune di sabbia su tre lati. Qualunque seme piantassimo veniva spazzato via o seppellito il giorno dopo. Ci siamo resi conto che se non fossimo riusciti a trovare una soluzione al più presto, non solo i nostri terreni agricoli sarebbero stati inghiottiti dalla sabbia, ma anche il nostro villaggio sarebbe stato lentamente sommerso».

Nel 2001, rispondendo a un appello del governo che incoraggiava la gente a sviluppare la zona, Hou costruì una piccola casa in un luogo riparato tra le dune di sabbia e iniziò a piantare alberi nei terreni sabbiosi. La decisione di trasferirsi in un luogo remoto e raggiungibile solo a piedi dopo più di un’ora di cammino attraverso le dune venne presa perché «Oltre a essere riparato dal vento, il vantaggio principale di quel posto è che potemmo scavare un pozzo e avere accesso all’acqua».

L’impresa di Hou non si è rivelata facile: ha comprato i semi e li ha mescolati con fertilizzante in vasi che ha raccolto per coltivare piantine nel tentativo di risparmiare sul costo degli alberelli; ha trasportato sacchi di fertilizzante pieni di terra dal suo orto per riempire le buche degli alberi; e ha trasportato due secchi d’acqua su un palo a spalla per annaffiare gli alberi uno alla volta con una pompa.

Nel primo anno Hou piantò oltre 400 pioppi, che furono tutti sradicati da un forte vento e ricorda che «Molti alberi dovettero essere piantati tre o quattro volte prima che attecchissero».

Dopo aver esaurito tutti i suoi magri risparmi per acquistare semi di alberi, Hou scoprì che le poche centinaia di alberelli che poteva coltivare erano solo una goccia nel mare di dune di sabbia e che i prestiti bancari che poteva ottenere non erano sufficienti ad acquistare il resto dei semi di cui aveva bisogno. Dopo aver saputo che all’Accademia delle scienze agricole del Liaoning c’erano esperti nella coltivazione di piantine di alberi tramite talea, Hou prese un autobus che in 3 ore lo portò all’Accademia dove imparo alcune tecniche e ora spiega: «Tagliamo piccole sezioni di rami di circa 10 centimetri di lunghezza dagli alberi all’inizio di marzo di ogni anno, e poi le piantiamo in una serra. Quando la temperatura aumenta, possiamo trapiantarle nel terreno».

Mentre sempre più alberelli mettevano radici attorno alla piccola casa di Hou, il verde sulle dune di sabbia che circondavano la sua casa si espandeva in cerchi, formando gradualmente un bosco verde che ricopriva  2.400 mu con oltre 200.000 alberi. La foresta creata da Hou è piena di insetti, canti di uccelli, pioppi, pini e altre specie arboree che proteggono con la loro ombra arbusti, erbe e fiori selvatici.

Anche le condizioni di vita di Hou sono migliorate notevolmente. Con il supporto del governo locale, è stata costruita una strada sterrata per raggiungere la foresta, è stata fornita l’elettricità e la sua casa di compensato piena di spifferi è stata trasformata in una casa in mattoni.

Xinhua scrive che «Nonostante l’età avanzata, Hou riesce ancora a camminare a passo svelto tra gli alberi. Pattuglia la foresta e controlla il vivaio dietro la sua casa nella foresta ogni volta che ha tempo. Considerando che le specie di alberi da lui piantate erano relativamente limitate e alcuni alberi sono infestati da parassiti e malattie, Hou sta cercando di piantare nuove specie di alberi resistenti alla siccità e alle malattie, come il pino silvestre e l’acero dello Shandong, con l’obiettivo di mantenere le dune di sabbia verdi per sempre».

Negli ultimi 23 anni, molte persone volevano acquistare gli alberi che Hou aveva piantato all’inizio, ma lui ha rifiutato tutte le offerte: «Non pianto alberi per fare soldi. Finché potrò camminare, continuerò a piantare alberi. E quando arriverà il giorno in cui non potrò più camminare, donerò questa foresta al nostro Paese».

Ora la storia di Hou, che probabilmente non sa chi sia il famosissimo architetto Stefano Boeri, è raccontata dagli stessi giornali ed entrambi sono presentati come eroi del rimboschimento della Cina. Due mondi lontanissimi che si incontrano per un obiettivo comune.   

fonte greenreport.it

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