Un gigante colossale di 119 metri: il geoglifo del deserto di Atacama
DI MARIA TREVISAN
Nel cuore del deserto di Atacama in Cile, uno dei luoghi più aridi e inospitali al mondo, si trova il monumentale Gigante di Atacama, il più grande geoglifo antropomorfo preistorico conosciuto. Questa figura umanoide, disegnata lungo le pendici del Cerro Unitá e orientata verso nord-est, misura 119 metri di lunghezza e rappresenta un’opera straordinaria delle antiche popolazioni andine. Nel 2020, il sito è stato ufficialmente riconosciuto come Bene Nazionale Protetto dal Ministero dei Beni Nazionali del Cile, sottolineando l’importanza storica e culturale del luogo.
Il Gigante di Atacama è solo uno tra i 5.000 geoglifi che punteggiano il deserto cileno, alcuni dei quali risalgono a un periodo compreso tra 1.200 e 500 anni fa. Queste opere sono state realizzate attraverso due principali tecniche: la tecnica estrattiva, che prevede la rimozione dello strato superficiale ossidato per creare un contrasto netto con il terreno scuro, e la tecnica additiva, che utilizza pietre per formare mosaici scuri. Questi metodi hanno permesso agli antichi artisti di realizzare figure monumentali che risaltano nel paesaggio arido.
Nonostante le difficoltà ambientali estreme del deserto di Atacama, gli antichi abitanti dimostrarono una grande capacità di adattamento. Essi dipendevano dai lama per il trasporto e come guida per individuare fonti d’acqua fondamentali durante i loro spostamenti. Durante questi viaggi, svilupparono una complessa rete di sentieri e trovarono il tempo per lasciare la loro impronta culturale attraverso questi imponenti geoglifi, i quali probabilmente avevano un profondo significato religioso e simbolico.
Sebbene il significato preciso del Gigante di Atacama rimanga avvolto nel mistero, diverse teorie ipotizzano una connessione con fenomeni astronomici. Secondo Marika Labas dell’Università del New Hampshire, alcuni studiosi ritengono che le punte presenti sulla testa della figura possano allinearsi con il sole o la luna in specifici periodi dell’anno, suggerendo una possibile funzione di calendario o di osservatorio astronomico.
La ricerca sui geoglifi andini continua a rivelare sorprese: nel Perù, tra le famose linee di Nazca, è stato recentemente scoperto un geoglifo raffigurante un gigantesco gatto risalente a circa 2.000 anni fa. Nel 2023, in Cile, è stato invece identificato un geoglifo raffigurante un gatto andino, una specie minacciata di estinzione, che costituisce la rappresentazione più grande di questo felino finora conosciuta.
Questi enigmatici geoglifi attirano l’attenzione internazionale non solo per la loro grandezza e complessità ma anche per i misteri culturali che custodiscono. Essi rappresentano una testimonianza duratura della cultura delle popolazioni indigene e un campo di studio affascinante che potrebbe ancora rivelare legami spirituali e simbolici profondi, ancora in gran parte da decifrare.
fonte meteogiornale.it