Perché il pensiero di Florence Nightingale è ancora attuale
Sono passati 200 anni dalla nascita di una donna che ha fatto non solo la storia dell’infermieristica moderna, ma la cui rivoluzione culturale continua ancora oggi. Colpisce subito, leggendo alcune citazioni di Florence Nightingale attraverso la straordinaria raccolta curata da Donatella Lippi e Luca Borghi, come il pensiero della “Signora della Lampada” sia ancora così attuale su tantissimi aspetti.
Un viaggio nelle riflessioni di Florence Nightingale
In primo luogo appare degno di nota che abbia predetto un riscatto professionale senza precedenti, ovvero un’evoluzione graduale accolta solo dopo due secoli: Nessuna donna ha la responsabilità che ha l’infermiera nei riguardi dei suoi ammalati e ancora: Si parla molto al giorno d’oggi del fatto che quella dell’infermiera è diventata una professione: questa questione interessa relativamente; ciò che mi importa è sapere se io vivo la mia professione. E, in ultimo: Ricorda questa grande e tremenda peculiarità dell’essere infermiera, e specialmente infermiera d’ospedale, ovvero quella di trovarsi nell’unica situazione – le regine non fanno eccezione – in cui una donna è davvero la responsabile di molti uomini.
Un altro aspetto curato da Nightingale è il tema del parto e dell’assistenza alla donna durante il parto: Il parto non è una malattia mortale, anzi non è proprio una malattia. Non è un infortunio fatale e nemmeno un infortunio; ciò che sorprende è senza dubbio la sua conoscenza avanzata per l’epoca sull’igiene e sull’epidemiologia: Nessuna donna dovrebbe morire durante il parto; e in una clinica ostetrica non ci dovrebbe essere affatto un tasso di mortalità. Anche sulla specializzazione delle cure in ambito pediatrico è da ritenere profetica: Ogni bimbo malato potremmo dire che ha bisogno di un’infermiera tutta per sé […] Personale apposito deve essere previsto in ogni stanza.
Sul tema dell’igiene Nightingale ritorna più e più volte a sottolineare il lavaggio delle mani come elemento imprescindibile della pratica quotidiana: Ogni infermiera deve badare a lavarsi le mani frequentemente nella giornata; tanto meglio, se si lava anche la faccia. Taglia corte le unghie; che tu le abbia sempre, come le dita e le mani, scrupolosamente pulite.
Anche il confronto molto acceso sulla collaborazione tra medico e infermiera da parte della pioniera spegne ogni scontro: I doveri dell’infermiere non possono mai scontrarsi con i doveri del medico. La loro formazione è tutta volta a metterli in condizione di capire il modo migliore per mettere in pratica le indicazioni mediche o chirurgiche […] e la ragione per cui qualcosa deve essere fatto in questo modo e non in quell’altro.
Un tempo quelli che venivano definiti ordini (oggi prescrizioni) sono chiariti dalla stessa Nightingale nella loro natura più intrinseca, che non va a sminuire l’intellettualità infermieristica, ma a valorizzarla: La vera lealtà nei confronti degli ordini ricevuti non può darsi senza l’autonomia di giudizio e l’energia della responsabilità, che sole possono assicurare l’affidabilità.
Anche l’aggiornamento, nei precedenti e nell’attualissimo codice deontologico del 2019, viene attentamente analizzato e incentivato: La professione infermieristica è, più di chiunque altra, una chiamata progressiva. Anno dopo anno gli infermieri devono apprendere metodi nuovi e migliori, man mano che medicina, chirurgia e igiene migliorano. Anno dopo anno gli infermieri sono chiamati a fare di più e meglio di quanto non abbiano fatto in passato.
La formazione è un elemento che sta molto a cuore alla madre dell’infermieristica moderna: Diamo valore alla nostra formazione non perché ci rende più intelligenti o superiori agli altri, ma perché ci rende più utili e disponibili con i nostri simili, con i malati che più necessitano il nostro aiuto.
Leggere la penna di Florence Nightingale è fare un viaggio dentro la storia, dentro la nostra storia; si tratta di una raccolta senza dubbio svolta con cura ad ogni piccolo dettaglio che riporta alla luce la fiamma rivoluzionaria di una donna che ha portato un profondo cambiamento e ha gettato le basi di ciò che siamo diventati e di ciò che diventeremo.
È un viaggio che ci fa guardare dentro e che ci invita, a distanza di 200 anni, a spingere le radici in profondità: C’è sempre la grande tentazione di avere fretta – Dio non ha mai fretta -, di graffiare il suolo senza scavare in profondità, di fare un lavoro superficiale, di occuparsi dei fiori recisi, invece di coltivare i fiori, e anche i frutti, a partire dal seme o dalla radice. Spingete le vostre radici in profondità, invece di allargare troppo i vostri rami.
Articolo a cura di Anna Arnone – Infermiera
fonte nurse24.it