9 Gennaio 2025 Blog

Questi piccoli insetti risolveranno per sempre il problema dei rifiuti
I vermi della farina del Kenya possono mangiare il polistirolo come se fosse un biscotto.
Di Redazione Esquire ItaliaPUBBLICATO: 03/01/2025
 
 

Per la prima volta è stata osservata una specie di insetto proveniente dal continente africano che riesce a consumare plastica, nello specifico il polistirolo. Queste larve dei vermi della farina del Kenya possono masticare questo materiale e ospitare batteri nelle loro viscere che aiutano a scomporlo.

Il polistirolo è un materiale plastico ampiamente utilizzato negli imballaggi alimentari, elettronici e industriali. È difficile da abbattere e quindi durevole. I metodi di riciclaggio tradizionali, come il trattamento chimico e termico, sono costosi e possono creare sostanze inquinanti. Questo è stato uno dei motivi per cui da tempo vengono esplorati metodi biologici per la gestione di questi rifiuti persistenti.

Udo Schmidt/Wikimedia Commons/CC BY-SA 2.0
Come possiamo utilizzare i vermi contro la plastica?
Studiando questi “mangiatori di plastica” naturali, si spera di creare nuovi strumenti che aiutino a sbarazzarsi dei rifiuti di plastica in modo più rapido ed efficiente. Invece di rilasciare un numero enorme di questi insetti nei rifiuti (cosa non pratica), possiamo usare i microbi e gli enzimi che producono nelle fabbriche, nelle discariche e nei siti di pulizia. Ciò significa che i rifiuti di plastica possono essere affrontati in un modo più semplice da gestire su larga scala.

In un test effettuato dagli scienziati è stato osservato che le larve nutrite solo con polistirolo erano meno efficaci di quelle nutrite anche con crusca e altri nutrienti. Quindi se ve lo steste chiedendo non obbligheremo questi poveri animaletti a mangiare plastica per tutta la vita, ma farà parte di una dieta più ampia e completa. Gli insetti possono mangiare il polistirolo perché è costituito principalmente da carbonio e idrogeno, che fornisce loro energia.

Gli studi futuri potrebbero concentrarsi sull’isolamento e l’identificazione dei ceppi batterici specifici coinvolti nella degradazione del polistirene e sull’esame dei loro enzimi. Questo focus sul continente è importante perché gli insetti e le condizioni ambientali in Africa possono differire da quelli di altre parti del mondo, offrendo potenzialmente nuove intuizioni e soluzioni pratiche per l’inquinamento da plastica in quelle regioni.

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