Anello COSMOOS Betelgeuse
Betelgeuse (IPA: /betelˈʤɛuze/; α Ori / α Orionis / Alfa Orionis) è la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, dopo Rigel.
Data la grande superficie radiante, Betelgeuse possiede anche una forte luminosità, oltre 135 000 volte quella della nostra stella, che la rende anche una tra le stelle più luminose in assoluto.
Tuttavia questa luminosità non è imputabile esclusivamente alla vasta superficie.
per questa ragione gli astronomi propendono a ritenere che la stella possieda una massa elevata, pari a 15-20 volte quella del Sole. Pertanto è possibile che la stella concluderà la sua esistenza esplodendo in una supernova.
Il nome Betelgeuse deriva dall’arabo يد الجوزاء Yad al-Jawzāʾ, “la mano di al-Jawzāʾ (Gigante)”, corrotto poi, a seguito di un errore di traslitterazione in epoca medievale, in بد الجوزاء Bad al-Jawzāʾ (più propriamente ابط الجوزاء Ibţ al-Jawzāʾ), assumendo il significato riconosciuto di “l’ascella” o “la spalla del Gigante”.
Si può distinguere Betelgeuse facilmente anche dalle grandi città. Infatti è la decima stella più brillante del cielo se vista ad occhio nudo. La nona considerando singolarmente le componenti dei sistemi multipli. Inoltre fa parte dell’inconfondibile costellazione di Orione, di cui costituisce il vertice nord-orientale, e spicca rispetto alle altre per il suo colore arancione intenso che contrasta con l’azzurro tipico delle altre stelle luminose di quest’area di cielo.
Costituisce inoltre il vertice nord-occidentale del grande e brillante asterismo del Triangolo invernale. Betelgeuse inizia a scorgersi bassa sull’orizzonte orientale nelle serate tardo-autunnali di inizio dicembre ed è durante i mesi di gennaio e febbraio che l’astro domina il cielo notturno, essendo la stella di colore rosso vivo più brillante dell’inverno. Il mese di maggio invece la vede tramontare definitivamente sotto l’orizzonte ovest, tra le luci del crepuscolo. Torna ad essere visibile ad est, poco prima dell’alba, nel mese di agosto.
John Herschel, che scoprì la variabilità della stella nel 1831.
La variabilità della stella è stata scoperta nel 1836 da John Herschel che la descrisse per la prima volta in uno scritto. Pubblicato nel 1849, dal titolo Outlines of Astronomy, in cui trattò dell’aumento e della diminuzione di luminosità dell’astro nel periodo compreso tra il 1836 e il 1840.
Figlio dell’astronomo anglo-tedesco William Herschel, egli notò nel 1849 che il ciclo di variabilità era divenuto più breve, caratterizzato da picchi più alti di luminosità in cui la magnitudine apparente della stella arrivava a rivaleggiare con quella di Rigel, come avvenne nel massimo del 1852.
Le osservazioni compiute nel resto del XIX secolo e durante tutto il XX secolo hanno permesso di registrare dei massimi insolitamente alti, con un intervallo di pochi anni, cui fanno eccezione gli anni compresi tra il 1957 e il 1967 in cui si sono registrate solo piccole variazioni.
Betelgeuse ha raggiunto la massima declinazione nord, assieme a quasi tutta la costellazione di Orione, che si trova ora a cavallo dell’equatore celeste. Tra circa 5 000 anni, l’intera figura di Orione, compresa Betelgeuse, si troverà interamente nell’emisfero australe.
Betelgeuse e il complesso si trovano all’interno della Via Lattea e precisamente nel Braccio di Orione, un braccio galattico secondario posto tra il Braccio di Perseo e il Braccio del Sagittario al cui interno è situato anche il nostro sistema solare; i due bracci sono separati da circa 6500 anni luce di distanza.