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13 Agosto 2014 Blog, Minerali

Minerale Onice

Con il nome di onice si indicano due tipi di rocce completamente differenti: l’onice silicea normalmente di colore nero striata di bianco con composizione SiO2 . n H2O, simile al calcedonio (ma non al quarzo, che è cristallino), che si trova in Brasile, Messico, e altri luoghi; e l’onice calcarea, anche detta “onice alabastrite”, “onice etoca” od “onice egiziana”, che è composta da CaCO3 (è di colore bruno quella di Montaione o verde chiaro quella del Pakistan).

Proprietà e significato dell’Onice Nero

L’Onice Silicea o Onice Nero è un minerale che accompagna l’uomo fin dai primi passi sulla terra. Ha composizione chimica SiO2 . n H2O, simile al calcedonio. I giacimenti maggiori si trovano nel Sud America.

Attraverso le epoche, la sua oscura bellezza ha suscitato reazioni contrastanti, e altrettanto contrastanti sono i suoi usi e le sue proprietà in Cristalloterapia.
 
Da sempre l’Onice Nero è stato utilizzato per cerimonie funerarie, religiose, magiche, per la divinazione, per intagliare figure delle divinità e come amuleto sulle spade, scudi e armature.
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 L’Onice Nero nella storia

Mentre in alcune culture era amato e onorato, in altre era disprezzato e temuto: si riteneva facesse circolare la bile nera nel corpo, in particolar modo nella testa, che separasse gli amanti e portasse sventura oltre che discordia e tristezza. Nella Medicina Tradizionale Mediterranea, dal carattere prettamente astrologico, l’Onice Nero, detto anche “Spagyria” è sacro a Saturno, il pianeta malefico per eccellenza e di conseguenza alla ‘bile nera’, ovvero, l’umore legato all’elemento Terra.

È anche chiamata “Pietra dell’unghia”, per una leggenda secondo la quale un giorno la dea Venere stava dormendo sulle sponde del fiume Indo, Cupido le si avvicinò e con la punta della sua freccia le tagliò le unghie che caddero nelle profondità delle acque. Le Moire, ritenendo che nulla di divino deve perire, le trasformarono in onici.

Al contempo, L’Onice Nero è utilizzata anche per onorare la dea Ecate, Regina degli Inferi. Infatti, veniva storicamente utilizzata per le evocazioni demoniache, la necromanzia e l’incubazione dei sogni.
Proprietà dell’Onice Nero
Come tutte le pietre di questo colore, l’Onice Nero assorbe l’energia negativa per trasformarla in positiva. In Persia veniva infatti utilizzata contro il malocchio.

Senza dubbio è una pietra che porta ad uno stato di introspezione costringendoci ad affrontare la nostra Ombra e i nostri demoni interiori. È senza dubbio una pietra che ci mette alla prova. Tuttavia, se saremo in grado, di affrontare queste prove, non solo avremo guadagnato una fedele alleata ma anche la padronanza di noi stessi.
Dona grande forza e permette ai bisogni e alle sensazioni del corpo di emergere. Ha la capacità di affinare la nostra concentrazione e di spingerci verso l’auto-realizzazione.

Grazie alla sua connessione con i mondi sotterranei è un ottima pietra di protezione e incremento dei poteri psichici da indossare durante consulti divinatori e pratiche magiche.

Sul piano emotivo è una pietra altamente calmante, capace di portare un senso di stabilità e sicurezza, dissipando l’ansia. Ci aiuta, inoltre, a separarci da abitudini, persone, stili di vita che è necessario eliminare.

A livello fisico

l’Onice Nero agisce sul sistema nervoso, sulle orecchie, sull’udito, sul sistema immunitario, sui denti e sulle ossa. Risulta essere, inoltre, un valido aiuto per la regolazione dei fluidi corporei. È una pietra collegata con il primo Chakra, ovvero il Muladhara.

Mineralogicamente

è una varietà di calcedonio, ossia quarzo in masse compatte microcristalline, di colore opaco o semi-opaco, uniforme, che copre le tonalità rosso-bruno e l’intera gamma di grigi fino al nero.

Come tutte le varietà di quarzo è molto duro (da 6 a 7 nella scala di Mohs).

Si forma principalmente in ambiente filoniano-idrotermale di bassa temperatura e metamorfico, oppure, secondariamente, in rocce sedimentarie dove si presenta in forma massiva e stratificata prendendo il nome di selce, un materiale molto utilizzato dall’uomo nella preistoria e nell’antichità per la preparazione di oggetti affilati e monili.

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